Dunque una volta c’era la difesa sul quarto di campo e quindi di conseguenza c’erano gli aiuti! Gli allenatori capirono (sembra di parlare del giurassico) che ogni aiuto, specialmente se malfatto, corrispondeva ad un tiro e probabile canestro da tre punti. Come detto era il 1984, quarant’anni e più sono passati ed è difficile vedere ne 2025 gli esterni aiutare i lunghi, sempre più spesso se la devono “sfangare” da soli. E’ un “uno contro uno” già deciso in partenza. Mi spiego se l’attaccante è un buon giocatire ha la meglio, altrimenti gli tocca il peggio. Giusto? Sbagliato? Tex Willer direbbe “quièn sabe”! La mia impressione è che il problema non consiste nel fare o nel non fare ma COME FARE . Cercherò di nuovo di spiegarmi; gli allenatori conoscono tutti gli esercizi possibili e immaginabili, perciò dovrebbero ottenere sempre il massimo, ma non è così, anche il più stupido degli esercizi potrebbe essere la soluzione, la differenza la fa il modo col quale fai eseguire questo esercizio, ancor di più sono le correzioni. Nessuno è più in grado di correggere e dare gli input giusti; questa è la verità. Gli allenatori di ultima generazione non hanno più tempo per lavorare sui particolari, non hanno tempo per dare regole sul passaggio, regole sui blocchi, tutti corrono come pazzi e non sanno dove va il proprio difensore, sono attaccanti a mono marcia. Non hanno tempo, per spiegare a un giocatore come si fa a tirare diritto (ma lo sanno?). Non hanno tempo per spiegare ai giocatori come si usano i piedi, ma soprattutto le mani in difesa, come si usa l’aggressività in difesa. Insomma non hanno tempo, solo cinque contro zero, cinque contro cinque e lavagnetta. A fine allenamento tiro da tre punti per poi magari, perdere la partita per i tiri liberi.

Di gianni

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